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21 Agosto 2012

21agosto1Ultimo giorno di servizi… abbiamo appuntamento al “HCG Hospital”, ospedale che accoglie malati di cancro, abbiamo preso contatti per la pediatria oncologica. Mentre ci fanno aspettare all’ingresso del reparto, ci meravigliamo della struttura in cui siamo.non sembra nemmeno di essere in India! Lo stile è del tutto europeo. Purtroppo ci dicono che la Responsabile con cui avevamo appuntamento non è in India ma in America e con nostro grande dispiacere lasciamo l’ospedale senza aver potuto nemmeno visitare i reparti. Tra noi c’è parecchio dispiacere e un pizzico di incredulità! Purtroppo succede anche questo… comunque questo ospedale potrà sicuramente essere visitato il prossimo anno.
Decidiamo, comunque, di non buttar via la mattinata; recuperiamo il materiale che avevamo preso per Ashraya (la prima struttura in cui siamo stati) e ritorniamo a salutarli.

Condivisione di Farby

Ciao a tutti,
questa esperienza sta per giungere al termine, ma non è certo tempo di bilanci. Ormai, alla terza esperienza di viaggio, ho imparato che sono tante le cose che hanno bisogno di tempo per essere assorbite, interiorizzate, elaborate. non è così semplice lasciarsi tutto alle spalle, non è prendendo l’aereo del ritorno che tutto tornerà come prima. sì, forse l’ambiente intorno, i miei affetti, la mia routine quotidiana tornerà ad essere come prima, ma tutto avrà un sapore diverso, aromatizzato da questa esperienza, almeno fino a quando ci saranno volontà ed energie per conservare i “residui” di questo viaggio… un po’ come il buon vino fatto in casa da mani esperte, ha sempre quel po’ di residuo sul fondo, quella bottiglia va trattata con calma e attenzione, non va agitata inutilmente altrimenti si rischia di far disperdere i residui in tutta la bottiglia e rovinare il vino… i residui si chiamano “fondo” proprio perché devono depositarsi sul fondo e da lì trasmettere le caratteristiche esssenziali di quella bottiglia. Allo stesso modo… le emozioni vissute in questa esperienza devono essere lasciate depositare sul fondo dei miei pensieri, da lì daranno senso a tutto, con il tempo che occorre per una buona maturazione, senza fretta, senza agitare il contenitore, mente e cuore.

Condivisione di Lancetta

Ciao ragazzi,
ormai mancano pochi giorni al nostro rientro in Italia. Sembra siano trascorsi anni dalla nostra partenza perché abbiamo vissuto quindici giorni in modo così intenso, pieno di emozioni, di momenti difficili, altri più leggeri e divertenti. Sempre con il nostro naso al collo.
La mattina è la prima cosa che indosso mentre la sera è l’ultima che tolgo prima di andare a letto. Mi fa strano questa cosa.
Ripenso a questa esperienza… un’esperienza cercata, vissuta intensamente insieme a dei compagni eccezionali. Grazie in primis a voi perché se questa esperienza mi ha regalato e insegnato molto lo devo a voi. Abbiamo riso insieme, condiviso sorrisi e immagini che ci portiamo dentro, ci siamo supportati e sopportati 😉

20 Agosto 2012

20agosto1Questa mattina decidiamo di tornare dai bimbi disabili della “Missionaires of Charity of Mother Teresa”…. rivedere quei bambini, quei volti, quegli occhi, fa battere forte il nostro cuore. E’ una giornata splendida oggi qui a Bangalore, il sole splende forte in un cielo completamente azzurro che raramente si vede da queste parti, fa parecchio caldo e sfruttiamo la poca ombra del cortile per stare con loro. Con questi nostri piccoli amici non c’è spettacolino, gags o improvvisazione, c’è solo il fatto di essere lì, insieme a loro, passeggiando avanti e indietro spingendo una carrozzina, un soffio di bolle di sapone, una coccola, un sorriso. ed è così che vogliamo ricordare questi bimbi: alcuni “persi” nella loro visione del mondo come Teegin, alcuni immersi nella fantasia come il piccolo che si è auto-attribuito il nome Spiderman, alcuni troppo piccoli per comprendere la crudeltà della malattia come la piccolissima Shueta, alcuni devastati dalla sofferenza come Shniga, ma comunque tutti con la voglia di essere visti, coccolati, considerati!! (non crediamo si scrivano così i nomi, ma abbiamo cercato di tradurli dalla lingua parlata).

19 Agosto 2012

19agostoStamani ci aspettano 2 servizi impegnativi: Boys’ Home & Girls’ Home cioè due “Governative Orphanage”, orfanotrofi governativi quindi gestiti dallo Stato.
Incominciamo dalla casa dei ragazzi, una struttura sicuramente vecchia ma non fatiscente, sbarre alle finestre e cancelloni all’entrata, che tristezza! I bambini/ragazzi, circa una cinquantiva, ci accolgono in cortile, tutti seduti ordinatamente in fila e braccia conserte, tra noi e loro due panche ai lati e un tavolo nel mezzo coperto da una tovaglia. Scusate per il paragone blasfemo ma la sensazione è stata quella che fossimo lì per celebrare messa. Ci rendiamo conto che occorre subito cambiare qualcosa: ecco l’idea geniale… via subito le nostre scarpe, loro non le indossano perché noi dovremmo indossarle? …via subito il tavolone al centro della scena. invitiamo tutti ad alzarsi in piedi e… vai di ginnastica, ci vuole movimento, e funziona alla grande perché i volti tirati si trasformano in sorrisi e il silenzio iniziale si trasforma in allegro vociare… ok, bene così, possiamo iniziare! …e tra improvvisazioni, giocoleria, canti e balli il tempo scorre veloce, i ragazzini si lasciano coinvolgere molto e alla fine di tutto ci salutano urlando tutti insieme: “ciaooooooo!!!”